Pagina:Sarpi - Lettere, vol.1, Barbèra, 1863.djvu/347

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lettere di fra paolo sarpi. 287

si ragiona di alcun papa, non permettono che si dica cosa alcuna di disonore, sebbene vera e notoria. Non permettono che alcuno separato dalla Chiesa romana sia lodato di qualsivoglia virtù, nè nominato se non con vituperio. Gli esemplari di questa storia che vengono qui, sono letti avidamente, tenuti e venduti pubblicamente: con tutto ciò, per le suddette cause, non sarebbe permesso lo stamparne. Siamo così esatti mantenitori di certe leggi, che le vogliamo, sebbene inette e dannose. Vedendo come sarebbe di molto benefizio che l’opera si spargesse per l’Italia, converrebbe farla stampare in qualche luogo vicino, dal quale si possa trasportar facilmente.

Il libro del re d’Inghilterra è stato presentato per nome del re a questa Repubblica, e da quella ricevuto con ogni officio di cortesia. Il duca di Savoia non ha voluto riceverlo, sebbene gli sia stato mandato per persona espressa. Il granduca di Toscana, a cui è stato mandato da un agente suo che ha in Inghilterra, lo ha fatto abbruciare dal suo confessore.1 A Roma lo hanno proibito.

Io stupisco perchè i padri Gesuiti siano tanto favoriti costì, e non posso credere che venga da altro se non dalla loro arte in sapersi accomodare alle proprietà di ciascuno, e massime di quelli che dominano. Della lettera che confessa le loro cabale e rappresenta la loro petulanza, pochissime copie ne sono qua venute. Sono state viste volentieri, ed ora non se ne parla, secondo l’uso di questa città;


  1. Notizie non solo biografiche ma istoriche, e di qualche rilievo.