Pagina:Sarpi - Lettere, vol.1, Barbèra, 1863.djvu/397

Da Wikisource.

lettere di fra paolo sarpi. 337

CIV. — A Giacomo Leschassier.1


L’illustrissimo legato Foscarini ci ha fatto sapere che il libro del Contareno da lei richiesto, è quello pubblicato nella sua giovinezza da Niccolò Contareno,2 oggi ragguardevolissimo senatore. Io l’ho trovato, e lo invio unito alle presenti; non senza notare che l’autore volle appena far trapelare di qui il suo ingegno e la dottrina: a tanto più alti e proficui studi diè mano dopo la virilità! Ho carissimo ch’ami ed onori un tant’uomo, già mio amico da giovinetto, fanno già meglio di quarant’anni, ed oggi familiarissimo: d’anni inferiore, mi avanza a gran pezza di dottrina e di senno.

Di questi giorni, siamo incappati in una questione rispetto al canone Romana SS. debet, De appellationibus in vi: in occasione di che mi punge grandissima bramosia di conoscere se l’arcivescovo possegga ora alcuni campi con giurisdizione, e se da esso facciasi appello alla suprema curia, ed abbia quei campi (quando tuttora gli possegga) sotto nome di feudo, o a titolo di semplice e pura donazione; e ancora, se al dì d’oggi altri vescovi o abati in Francia tengano una temporale giurisdizione. So bene che dica su di ciò Benedetto, nel canone Rainutii delectam; ma, stantechè le cose vanno bene


  1. Stampata in latino nel tomo VI delle Opere ec., pag. 64.
  2. Parlasi certamente di quel Niccolò Contarini, che fu creato doge nel 1630, e morì poco dopo. Ma di quest’opera da lui scritta in gioventù, non potemmo trovar notizia nei bibliografi. Un altro Niccolò Contarini aveva scritto di materie legali nella prima metà del secolo precedente.
Sarpi. 22