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lettere di fra paolo sarpi. 341

sarà la rovina di quei regni; di che son restati assai confusi, ed un gesuita si è dichiarato autore. Io credo che vi sieno sotto gran misteri, e che le cose sieno forse macchinate da quelli stessi, contro quali paiono.

Io non voglio abusar più lungamente la pazienza di V.E. con le mie ciancie: per il che farò qui fine, ed a V.E. bacio vivamente la mano.

Venezia, 13 novembre 1609.




CVI. — Al medesimo.1


Il clarissimo Molino mi ha comunicato la lettera di V.E., per la quale veggo che le cose di Germania vanno verso maggior confusione; della quale non sono esenti i padri Gesuiti, poichè costì cominciano a far legge sopra il loro possedere e li loro acquisti e la facoltà d’insegnare, che sono li fondamenti dello stato loro. Si può congetturare che cotesto principio possa essere imitato in altri luoghi di Germania. Intendo bene di buon luogo, che in Baviera sono stati potenti; che cominciano ad esser sospetti al giovane duca; e che non bisogna pensino di accrescer più. È pericoloso di cadere in infermità un corpo pervenuto al colmo della sanità.

Da questa parte di Germania vicino a noi, avessimo anco per la settimana passata, che l’elettore di Colonia, dato fama di andare a Praga, aveva voltato in Italia: ma io sono certificato da persona che sa, ch’egli si ritrova sconosciuto a’ ba-


  1. Stampata come sopra, pag. 132.