Pagina:Sarpi - Lettere, vol.1, Barbèra, 1863.djvu/429

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lettere di fra paolo sarpi. 369

moti di Cleves; che non vuol dire altro, se non fare che quelli Stati possino esser tirati in lungo con le arti. La partita del principe di Condé1 non so se sii spontanea o macchinata: so bene che già duoi mesi era scritta qui nelle Gazzette. Farà gran contrappeso al re, quando vogli meschiarsi in quegli affari un altro capo. Tentano per divertir la guerra da quelle regioni, e questo con eccitare un’altra guerra in Ungaria con Turchi: a che s’affaticano il nuncio e l’ambasciatore spagnuolo in Praga con tutte le forze; e per effettuarlo, hanno fatto trattar un ambasciator Turco, andato all’Imperatore, con ogni immaginabile barbarie. Non vogliono li Spagnuoli occuparsi in Africa, per poter meglio attendere a quello che loro importa; e a questo effetto di sicurare li Africani, manderanno il re di Fez a Milano.

Io non ho ricevuto il libro dell’Apocalipsi. Forse che il gentiluomo che lo doveva portare, non sarà giunto a Venezia, ma trattenutosi in Padova. Oggi saprò quel che sii di lui; e quando non sarà in alcuna di queste città, rimanderò per lo spaccio seguente la lettera a V.S. Per conto di mandar libri, ho scritto per lo passato a V.S., che è bene differire per alcuni rispetti.

Mi dispiace dar la nuova che a Roma hanno ban-


  1. Il principe di Condé, primo tra i principi del sangue reale di Francia, era fuggito da quella corte (dicesi) per gelosia della moglie (Enrichetta di Montmorency), e rifugiatosi prima in Fiandra e quindi in Milano. (Vedi anche la Lettera CXV, pag. 380.) Si noti inoltre la novella menzione qui fattasi delle Gazzette, e si rivedano le preced. pag. 334 e 346, colle note a ciò relative.
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