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lettere di fra paolo sarpi. 7

e io m’era scusato con ambidue, per non essere tanto grave et importuno con lei. Ora che me ne fa grazia, la offerirò ad uno d’essi se non saranno provvisti, ovvero ad altra persona che sii quale l’audienza ricerca.

Quando sarò in Vinezia li scriverò li particolari del conflitto letterario di Francia, che credo le sarà di gusto intenderli. Li resto ubbligatissimo per le offerte fatte al padre Lauro; et per fine di questa le bascio con riverenza la mano, et prego Dio N. S. che li doni aumento di felicità.

Di Padova, il 9 ottobre 1600.




IV. — A Galileo Galilei.1


Eccell. Signor Padrone mio Colend.

Poichè li 25 miglia per quanto siamo distanti, m’impedisce il discorrere con V. S. (cosa che desidero sopra tutte le altre), voglio tentare di farlo con intermedio delle lettere, e al presente nel proposito ch’incominciai trattare con esso lei, quando l’altro


  1. Inedita: come l’antecedente. Questa lettera non rimase ignota all’egregio E. Albèri, collettore della corrispondenza letteraria dell’immortale Galileo; ma da lui negletta, siccome “oscura e mal dettata:„ al quale giudizio, rispetto anche a quella che qui segue col num. VIII, non sapremmo, per verità, contraddire. Senza indagar le cause della differenza di stile che passa tra queste e le altre scritture del nostro autore, non credemmo doversi tal lettera omettere in una generale raccolta, tanto più avendone sotto gli occhi l’autografo; e ci siamo sforzati, nello stamparla, di recarvi la maggior chiarezza che ci è stato possibile.