Pagina:Sarpi - Lettere, vol.1, Barbèra, 1863.djvu/82

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22 lettere di fra paolo sarpi.

censura. Da Sisto IV furono contro la Repubblica fulminati quattro brevi successivamente,1 e da tutti quattro si appellò, e le appellazioni sono una dipendente dall’altra. Credo che lo stesso si sia fatto sotto Giulio II, ma non l’ho veduto: chi però del presente di ciò dubita? Non crede forse, che contro le cose operate dal principe de facto, non pubblicando proclami per chi ha copie del monitorio e contro quello sarà necessario di operar in avvenire, non verranno altre scomuniche? Tenga ognuno per indubitato, che sino a tre o quattro bisogna aspettarne, e forse più.

Alcuno ancor dirà, che il riguardo maggiore di non appellare al Concilio non dev’essere per non irritare il pontefice, ma bensì per non sottomettere le ragioni all’ecclesiastico. Rispondo, che non s’appella se non dall’abuso della potestà del pontefice, e però non si sottomettono le leggi del Senato. E poi, questo rispetto non si ha avuto sotto Sisto IV e Giulio II, nè da altri principi nelle loro occorrenze: dunque non deve nuocerci al presente. Dico di più, che il sostener le proprie ragioni a un congresso nel quale entrano tanti principi che hanno riguardi e affari con noi comuni, non sarebbe così gran fallo. E Dio volesse che questa materia fosse trattata ad un Concilio libero! La S. V., senza crescer territorio, crescerebbe di forze un terzo più: ma non siamo degni di tanta grazia. Vediamo ora le ragioni che persuadono a fare l’appellazione.


  1. Il pontefice Sisto IV fu quegli che, prima di Giulio II, aveva dato maggior molestia alla Repubblica di Venezia, ed erasi sforzato di muovere contr’a quella tutti i potentati d’Italia.