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lettere di fra paolo sarpi. 205

parte di padre M. Fulgenzio, e altrettanti per nome del signor Molino; il quale non desidera altro che servirla, sebbene non tanto quanto io però, con molto affetto. Qui faccio fine, e le bacio riverentemente la mano.

Di Venezia, 10 maggio 1611.




CLXXIV. — Al medesimo.1


La via per dove passano al presente le nostre lettere, farà la nostra comunicazione più frequente. Oggi ho ricevuto quella di V.S. dei 27 aprile per uno spaccio straordinario, alla quale rispondo il medesimo giorno, sperando che questa possa capitar costì per qualche corriero straordinario parimente.

Si vede per diverse occorrenze, che gli Spagnuoli pensano a conservare la giurisdizione temporale più che per lo passato: in che se continueranno, crederò esser volontà divina di metter fine agli abusi. M’ha apportato molta maraviglia l’incontro occorso all’ambasciatore di Savoia in Inghilterra, ma è necessario che lui o il padrone ne abbiano data la causa.

Veggo che V.S. ancora sta in dubbio di guerra contro Ginevra o contro Bernesi; di che io non temo punto, e son sicuro che finalmente le armi di Savoia si risolveranno in nulla.2

Il decreto della Sorbona capitò in mano al Padre con le lettere per l’ordinario; intorno al quale non posso fare altro giudizio, se non come V.S., che quel


  1. Edita come sopra, pag. 356.
  2. Si rivedano, intorno a ciò, le precedenti Lettere, a pag. 198 e 203.