Pagina:Sarpi - Lettere, vol.2, Barbèra, 1863.djvu/214

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206 lettere di fra paolo sarpi.

collegio ha mostrato la sua debolezza, e meglio era che col silenzio conservasse la esistimazione.

Io ho veduto il libro scritto dal confessore della granduchessa madre di Toscana, il quale è una risposta all’Apologia del re d’Inghilterra. È latina e stampata in Fribourg di Brisgovia. Mi pare assai insipido, e mostra che l’autore abbia poca cognizione; nè credo meriti esser censurato, ma piuttosto sprezzato, come impertinente. Io non istimo cosa cattiva, che adesso questi adulatori predichino tanto alto l’autorità temporale del papa, essendo una via di far succedere quello che avviene alle scimmie quando montano molto alto.

Le cose di Germania sono grandissime, e molto insolite; ma perchè succedono con tanta facilità, non portano nessuna maraviglia. Mi viene scritto da quelle parti, che i principi confessionisti trattano intelligenza tra loro di Germania, con disegno di rinunziare le intelligenze forestiere: pernicioso consiglio, perchè succederà delle altre, non della spagnuola. Dio gli doni giudizio.

Il Consiglio di Spagna ha bandito, con confiscazione, il decano di Sarragoza per aver promulgato un interdetto, e sequestrato 40 mila ducati della Camera romana, che si trovano in Spagna per spese corse in questa occorrenza. In Roma sono afflitti per queste cose; ogni dì consultano, ma non sanno trovar rimedio. Hanno fatto instanza all’ambasciator francese per la total rivocazione dell’arresto contro Bellarmino; il quale ambasciatore ha risposto negativamente, dicendo che il Parlamento è il fondamento del regno. Spero che questo principe avrà presto una controversia con Roma, che sarà di peso.