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lettere di fra paolo sarpi. | 291 |
spondenza con V.S., ed anco la cifra. Se a Lei piacesse di scriverli anco prima di avere lettere da lui, con occasione di inviarne a me, dicendoli quei particolari che li paressero degni, io lo riceverei a favore. E qui facendo fine, le bacio la mano.
- Di Venezia, il 7 marzo 1612.
CCII. — Al medesimo.1
Non ho mancato di scrivere a V.S. con tutti li corrieri che sono partiti questo anno. Può esser che alcuna volta, per la negligenza di quelli per mano de’ quali le lettere passano, alcuna sia stata ritardata: spero che quelle che non sono capitate, capiteranno.
Il tumulto nato per il libro di Richerio2 non
- ↑ Dalla raccolta come sopra, pag. 454.
- ↑ Edmondo Richer, sindaco della facoltà teologica di Parigi, ed uno dei personaggi che, nelle controversie religiose di quel tempo, si mostrò più fermo ed animoso, ed ebbe anche maggiormente a patirne. Ci piace qui riportare una parte di quanto troviamo scritto da francesi biografi intorno a quest’uomo: “Si sollevò nel 1611 contro la tesi di un domenicano, che sosteneva l’infallibilità del papa, e la sua superiorità sopra del Concilio. Pubblicò nel medesimo anno un piccolo scritto intitolato della Potenza ecclesiastica e politica, per istabilire i principii sopra de’ quali egli sosteneva esser fondata la dottrina della chiesa di Francia e della Sorbona, appartenenti all’autorità del Concilio generale ed al papa. Questo piccolo scritto destò gran rumore, e sollevò contro di lui il nunzio ed alcuni dottori, che si sforzarono di farlo deporre dal sindacato, e di far condannare il suo libro dalla facoltà di teologia. Ma il Parlamento rimise alla facoltà stessa il deliberare. Contuttociò, il cardinale Du Perron, convocati in Parigi otto vescovi