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292 | lettere di fra paolo sarpi. |
debbe dispiacere nè esser reputato inutile, poichè senza quello sarebbe stato letto da pochi, e meno considerato; ma una contraddizione lo farà esaminar e pesar con diligenza, e farà fermar li partiti di chi l’approverà o riproverà quella dottrina; e nissuna cosa è più utile che il separar li buoni dalli cattivi, e far che si conoscano; e che li buoni non restino addormentati, e senza conoscer le perverse opinioni di chi non vuol conoscer alcun Dio in cielo, ma ne vuol uno in terra, per mezzo del quale possano esser espiati dalle scelleratezze perseverando in quelle.
Le parole nate tra il principe e il cardinale mi paiono di tanto momento e di tanta conseguenza, che non volendo star al solo avviso che V.S. mi dà per questa sua delli 15 (se ben quasi l’istessa cosa mi vien scritta da monsieur l’Eschassier), la prego scrivermi di nuovo quello che in tempo avrà verificato in questo particolare; perchè, se dovrò credere che quel principe sia capace di tanto, concepirò maggior speranza, non solo per la Francia, ma anco per altre regioni.
Sarebbe gran danno che monsignor Servin fosse ricompensato in altro per levarlo di quel carico:
della sua diocesi, e l’arcivescovo di Aix, in sinodo composto di altri tre, censurarono quel libro; dopo di che seguì pure la condanna fattane in Roma. Sorsero allora d’ogni parte gli oppositori che si fecero a confutarlo; ma al Richer venne dalla Corte comando espresso di non iscrivere cosa alcuna in sua difesa. Come se ciò non bastasse, fu costretto a deporre la sua carica di sindaco; nè gli valse il ritirarsi nella solitudine, perchè fu chiuso eziandio nelle carceri di San Vittore. Dopo essere stato astretto a fare ample dichiarazioni, se non ritrattazioni, della sua dottrina, e mentre attendeva a limare le sue opere, fu colpito dalla morte nell’età d’anni 72.„