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lettere di fra paolo sarpi. 345

forse dieci mila scudi. Onde i nostri hanno fatto un’altra incursione molto maggiore, e penetrato negli Stati dell’arciduca per forsi venti miglia, hanno abbruciato e fatto danno, che si stima ascendere a non manco di 100 mila scudi; sebbene non sono rifatti di quel tanto ch’è stato preso a loro. Una parte e l’altra a tutti i confini sta su le guardie: si stima però, che le cose si componeranno. Piaccia a Dio che tutto quello che succede torni a sua gloria. Il quale prego che doni a V.S. tutte le sue grazie; e con questo fine, le bacio la mano, desiderando che per nome mio faccia affettuosissime raccomandazioni a monsieur di Thou e a monsieur l’Eschassier.

Mando a V.S. la lettera1 senza sigillarla, acciochè veda, se bene non intenderà che cosa gli dimandi, che lo dimando però con certezza che la mia volontà sarà eseguita. Non resterà altro se non che monsieur di Thou voglia fare quel poco di opera che occorrerà per mezzo di qualche amico, che credo sarà intieramene soddisfatto; e io prego lui, insieme con V.S., di credere che grandissimi rispetti mi movino a far camminare il negozio per questa via.

Di Venezia, il dì 25 settembre 1612.




CCXX. — A Giacomo Leschassier.2


Ho appreso con sommo dispiacere il torto fatto al signor Richer, e più me ne sono condoluto a vedere l’oltracotanza del procedere ingiurioso, e in


  1. Cioè, la lettera pel ministro amico del Wotton.
  2. Edita in latino nel tomo VI delle Opere ec., pag. 107.