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lettere di fra paolo sarpi. 49

gnor Molino e il mio compagno, che gode grandemente di andar nello spaccio per cercar le lettere, quando è sicuro che vengono dalla sua parte; onde conviene participarli qualche nuova.

Di Venezia, il 30 marzo 1610.




CXXXIV. — A Filippo Duplessis Mornay.1


Nulla suol mai Venezia operare per provvedere al futuro: si governa invece di giorno in giorno. Ond’è per ora inopportuno il trattar di soldati nè d’altri bellicosi apparecchi, mentrechè la guerra nè si prevede nè è creduta generalmente. Nel che fanno forza i papisti, cioè per farla credere impossibile; abborrendo Roma superlativamente la guerra, come quella da cui presagisce che verrebbe aperta la porta al Vangelo.

Ad una lega che mutar possa lo stato d’Italia, Venezia non sarà mai per accostarsi. Essa vuole la pace, e farà ogni sforzo perchè questa si conservi: bensì, una volta incominciata la guerra, potrà essere invitata a qualche alleanza, cui credo dovrebbe acconsentire. Contuttociò, bisogna adoperarsi con circospezione, affinchè non sembri che sottovia ci covi alcuna frode.

Al presente sono sbollite le discordie col papa, sì perchè questi si comporta modestamente nè comanda a bacchetta come una volta; e sì per essere


  1. Dalla Corrispondenza citata alla pagina 148 del tom. I, ec. Ha scritto decisamente al principio: De padre Paulo; e ancora senza di ciò, non crediamo che della sua autenticità potrebbe ragionevolmente dubitarsi.
Sarpi. — II. 4