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Pagina:Satire (Orazio).djvu/80

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Se il cavolo a condir d’olio migliore,
E se cominci di men vieto unguento
190Lo scarmigliato a untar tignoso capo?
S’è ver che basta a te qualsiasi cosa,
Perchè spergiuri, e della roba altrui
Fai spoglio e preda? E tu la mente hai sana?
Se al popolo e fin anche a’ tuoi famigli
195Compri a gran prezzo tu scagliassi pietre,
Tutti gridar ragazzi e putte udresti
C’hai perduto il cervel. Quando col laccio
La moglie uccidi e col velen la madre,
Hai sano in capo? E che? Tu non in Argo
200Nè col ferro fai ciò, come la vita
Tolse a sua madre il dissennato Oreste.
E credi tu che dopo questa uccisa
Egli perdesse il senno, e già dall’empie
Furie non fosse in frenesia sospinto
205Pria che tepido fesse il crudo brando
Nella materna gola? Anzi dappoi
Che dichiarato fu di mente guasta,
Nulla Oreste operò degno di biasmo
Non a Pilade fe, non ad Elettra
210Col ferro offesa, ma d’acerbi motti
Sol gravò l’uno e l’altra, a questa dando