Non fan pregion le corde e le saette,
Le voce sorde, e dolce parolette?
Alma, che fai? Or questa or quella corda
Suavemente dentro al cor resona,
Che mi conforta et al camin mi sprona,
Ben che l’andato tempo mi rimorda.
O quanto ben al mio desir se acorda
Quella armonia, e il son de le parole!
Pallidette viole
Da terra trae nel serto suo beato.
O felice peccato!
Che cosa, o qual ti fa degno d’onore?
Chi t’ha donato un tanto Redentore?
Venite, gente, dal mar Indo al Mauro,
E chionque è stanco dentro nel pensiero:
Non forza d’arme quivi, non impero.
Prendete sanza fine argento et auro;
Venite, povri e nudi, al gran tesauro,
A le dolce aque d’un celeste fonte:
Levate or mai la fronte,
Che più non temo un om coperto d’arme!
E sanza dubio parme
Già, sciolti i lazi e dentro il cor avvampa,
Mirando el segno e la spiatata stampa.
Ai! orbo mondo, dimme chi l’ha spento
In questa valle obscura e tenebrosa?
L’amor d’una bellissima amorosa,
E la pietà del grave suo lamento.