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Se i consigli ineffabili, e gli autorevoli divini decreti un religioso freno non imponessero alla natural libertà delle menti Cattoliche, assai spesso, a mio credere, e troppo arditamente trascorrerebbesi quando a riputar come ingiuste per ignoranza, e quando ad accusare come intollerabili per debolezza le tante, e sì varie, e sì moleste vicende della umana calamità. Ed in vero chiunque all’incerto, e fievol lume della ragion sola abbandonisi, ben’è difficile, che i destini comprenda, e le distribuzioni de’ beni, e de’ mali; e di leggieri è tentato a maravigliarsi, e dolersi di quella stessa immutabile suprema legge, la quale vuole indistintamente soggetti a morte i sapienti e gl’indotti, i virtuosi e i malvagi. Chi può mirare la bella luce della sapienza, che i Dotti spargono a rischiarare e fecondare gl’ingegni, e chi sentire il dolce amore della virtù, che ispirano i Buoni a riformare e moderare i costumi; e può non chiedere, e non pregare agli uni, ed agli altri dal Cielo intera e lunga conservazione, e non sospirare profondamente, e non gemere di non vederli in sulla terra immortali? Voti e lamenti son questi, i quali se non hanno ragion di difesa contro le sovrane adorabili disposizioni, l’hanno almeno di scusa e di perdono per la grandezza, ed utilità dell’oggetto, a cui tendono, che è di serbare in quelle nobili vite, e di accrescer fra gli uomini le salutevoli, e vere sorgenti della pubblica felicità. Siami adunque permesso, che senza produr più oltre il meschino artifizio di cercare alle altrui brame e querele compatimento per impetrarlo alle mie, liberamente dichiari, che in niun altro tempo della mia vita non ho mai per verun’altra sciagura tanta desolazione di spirito, nè tanta afflizione sperimentata, quanta per la irreparabile perdita, che nel celebre Giacomo Bartolomeo Beccari si è fatta di un eccellente Maestro, di un ottimo Cit-