Pagina:Scarselli - Nelle solenni esequie del celebre filosofo e medico bolognese Giacomo Bartolomeo Beccari - 1766.djvu/36

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le quali fatte con maggior umiltà, e simplicità riescono alle volte migliori delle maggiori.

V.

I maggiori affari, e le più grandi tribolazioni devonsi intraprendere elevando i nostri cuori a rimirar Dio, che nella vastissima eternità ci carezza, e amorosissimamente ci ha destinati i mezzi, che vuole seguiamo per la nostra salute, ed in particolare la comodità di fare il bene, o sopportare il male, che allora si presenta: ed allora baciamo l’amata mano, che ce la porge, consentendo anche noi a questa sua giustissima volontà.

VI.

Per ricavare da’ benefizi divini calore di dilezione, bisogna = I. Considerarli destinati dalla bontà di Dio a tutti in generale, poi a sè stesso in particolare. II. Bisogna riflettere alla infinita clemenza di Dio, che pensò di farceli fino nella grande eternità, avanti che fossimo. III. Si dee considerare, come il nostro Signor Gesù Cristo, mentre pativa per tutti, ebbe pensiero di meritare questi benefizi per tutti, e fin d’allora pensava di te, pensava a meritarti questo bene, e lo chiedeva per te al suo Eterno Padre.

VII.

Quando si presenterà qualche occasione di esercitare la virtù, mirate brevemente, come la esercitò N. S. quì in terra, poi dite al vostro cuore: Su andiamo, seguiamo, imitiamo il buon Gesù N. S. Dite: ah benchè non avessi altra ragione di far queste cose, mi basta, che il mio Signore me n’abbia mostrato la via.

VIII.

Per levare l’amore delle proprie opinioni, bisogna distornarsi da queste prontamente: e. g. Vi cade in pensiero, che un Tale abbia fatto in un modo una cosa, la quale starebbe meglio in un altro, voi levate subito da questo il pensiero, dicendo: Ahimè! che ho che fare di questo?

IX.

Dopo aver fatto, o conchiuso una cosa, è imperfezione il discorrerne più con persone massimamente, che siano dello stesso parere.

X.

Nelle malattie umiliatevi innanzi a Dio, baciate mille volte la Croce, ch’egli vi manda; esercitatevi spesso nell’amore dell’amabilissima volontà di Dio; fate particolare studio di esser dolce, e soave co’ vostri assistenti.

XI.

Le calunnie devono essere da noi sprezzate, rispondendo con una Santa modestia: Chi sa, che per queste non si abbia a glorificar Dio? Amate chi vi calunnia con dolcezza senza turbamento. Lasciate il pensiero al Signore, che ve ne liberi.