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Pagina:Scherzi morali del prof. Francesco Rapisardi, Catania, Pastore, 1868.djvu/20

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O bavaresi donne generose,
     Quando Corrado terzo Imperatore
     Alla vostra Baviera assedio pose,
     E vi permise, salvo ben l’onore,
     D’uscir voi solo dalle gran castella
     (Vedete che rispetto alla gonnella)
Con quello, che portar voi potevate,
     Perchè con tanto ardir, che non ha pari,
     Nelle storie presenti, o trapassate,
     I mariti, gli oggetti a voi più cari,
     Sugli omeri portaste a salvamento,
     Non curando guastar l’abbigliamento?
Che sciocchezza! Lasciate ch’io vel dica,
     I mariti portare in sulle spalle?
     Per gli uomini soffrir tonta fatica,
     Che in fin dei conti, come le farfalle,
     Corrono in tutte l’erbe e in tutti i fiori.
     Gli spasimi a svelar dei loro cuori?
Teodoro, che squadra! oh! che livello!
     Non vedi quanto siamo disuguali?
     Sollevar l’un si vuol su questo e quello,
     Orgoglio e vanità regge i mortali.
     No, strumento non v’ha per livellarci,
     Se non vogliam dal vizio allontanarci.
Abbassa, abbassa, Erofilo, con cura
     Dagli occhi quella densa cataratta
     Ma con l’ingegno tuo, deh! deh! procura
     D’abbassar con la mano ancor più ratta,
     Quel vel, che ci fa benda all’intelletto.
     Oh! bisogno ne abbiam, bisogno stretto!
E Chappe mio, telegrafi tu inventi?
     Che razza di pensier t’è mai venuta?
     Robba nuova ti par quella, che tenti,
     Mostrare al mondo come sconosciuta?
     Telegrafi! telegrafi! ti pare!
     Le donne ne san molto in quell’affare.