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Ebben, lasciamlo star si vada innanzi,
Ma aggiunger voglio un’altra cosa sola,
Che mi dimenticai di dir poc’anzi,
Quantunque arrivò su fino alla gola.
Siamo al teatro, il calcolo è ben fatto,
Batton le nove, e termina il prim’atto.
È la beneficiata questa sera
Di quella prima attrice sì famosa.
Non sentite gli applausi, e la sincera
Febbre di battiman, che non ha posa?
Meglio è veder, che aver l’itinerario,
Andiamcene lassù dietro il sipario.
E uno, e due, o tre, e dieci, e trenta,
Eccoli tutti i caldi protettori;
L’uno dall’altro svincolarsi tenta,
Che gomitate! e non pestare i fiori,
Che porta ognuno! che confusione
Tra tante distintissime persone!
Son, le spalle de’ primi e de’ piccini,
Punti d’appoggio a chi sen vien secondo,
Per ispinger su’ fianchi i più vicini,
E trovar modo a lasciar gli altri a fondo.
Così fa ognun come una via più corta
A raggiunger la soglia della porta.
Questi, che all’una man tiene il cappello,
E affida all’altra il mazzolin sudato,
È quel tale signor, gli è proprio quello,
Che insiem più sopra abbiamo rincontrato.
Guardate, veh! che gran combattimento!
Non ondeggia così mar per gran vento.
Nè all’irto scoglio a infrangersi vien l’onda,
Come al tornar di chi arrivò primiero;
Ed ansia tale a guadagnar la sponda
I marosi non han, quant’è, a dir vero,
In tanta mollitudine il desire
Di volere a quell’uscio pervenire.