Pagina:Scherzi poetici di vari celebri autori italiani e veneziani.djvu/76

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Se il presagio vedremo avverato,
Può il cavicchio portarvi al Papato.
Oh allora che pompa, che sfoggio
Di carrozze, di mensa, di alloggio!
Santo Padre, che omaggi, che inchini,
E che onor poco men che divini!
Ma di me che sarebbe in allora?
Sarei frate il meschin che son ora,
Destinato a sudar da facchino,
Non mai quasi padron d’un quattrino;
Che meta dei guadagni del rostro
Mi fe grazia mangiarmela il chiostro,
L’altra parte a color del paese
Mi va in mancie, mi va in male spese.
Se voi foste Pontefice in Roma
Porterei più di frate la soma?
Sarei scalzo ed avvolto in un sacco
E per fame ancor languido e fiacco?
Un riposo non fora accordato
Ah chi a s’è predicando ammazzato?
Nè boccon fia sperabile alcuno
Da chi vittima fu del digiuno?
Ah che allora da sua santità
Buscherei qualche gran dignità.
Vestir seta saprei con la coda