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di eudosso, di callippo e di aristotele 89


Il totale è 55, come Aristotele afferma. Sembra però che Aristotele abbia considerato la cosa alquanto superficialmente, perchè in questo numero vi sono sei sfere inutili. Infatti, poiché l’ultima reagente di Saturno ha il moto delle fisse, e la prima deferente di Giove secondo Callippo ha pure il moto delle fisse, queste due sfere, le quali sono contigue, hanno esattamente il medesimo movimento intorno ai medesimi poli, e possono essere surrogate da una sfera unica. Così pure si possono surrogare con una sola l’ultima reagente di Giove e la prima deferente di Marte: con un altra l’ultima reagente di Marte e la prima deferente di Mercurio, ecc. Un altro abbaglio sembra aver preso Aristotele, per giustificare il quale i suoi numerosi commentatori si sono dati inutilmente una gran pena. Dice lo Stagirita, che se al Sole e alla Luna non si aggiungano le due sfere introdotte de Callippo, il numero totale delle sfere deferenti e reagenti si riduce a 47. Ora il vero numero, com’è facile calcolare, è in questo caso 49. Veggasi nell’Appendice II quanto discorrono Sosigene e Simplicio intorno a tal questione, per noi poco importante.

Di quello che dopo Callippo e Aristotele si fece intorno al sistema delle sfere omocentriche siamo pochissimo informati. Teofrasto se n’era occupato, e due volte lo troviamo citato in proposito 1. Eudemo lo conosceva, e sapeva anche assegnare le ragioni delle mutazioni introdotte da Callippo. A lui più che ad ogni altro dobbiamo quanto si conosce intorno alle sfere omocentriche. Quali ulteriori emendazioni abbia subito nelle scuole peripatetiche, è impossibile sapere. Bensì apprendiamo da Simplicio, che fin dai primi tempi fu posta innanzi la formidabile obbiezione che doveva render il sistema inammissibile, quella cioè che si deduce dalla variabilità di splendore dei pianeti, principalmente di Marte e di Venere, la quale conduceva ad ammettere una variazione nelle loro distanze dalla Terra, fatto assolutamente inconciliabile colla concentricità di tutte le sfere intorno al centro della Terra. A tale obbiezione aveva già dovuto rispondere lo stesso Polemarco, uno dei membri dell’assemblea astronomica tenuta in Atene. Queste difficoltà crebbero e divennero insuperabili, quando si scoperse la variazione dei diametri apparenti del Sole e della Luna, e Sosigene, benché peripatetico egli stesso, sembra non abbia

  1. V. Appendice II, §§ 2 e 13.