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148 origine del sistema planetario eliocentrico

a certo confraternite, il cui intento era più ascetico e religioso, che filosofico1.

32. Ma se le scuole cessarono, non si perdettero totalmente le dottrine; delle quali non piccola parte aveva già adottato lo stesso Platone. Sappiamo che nella scuola di Platone e dei suoi successori eran tenuti in grande onore i libri di Filolao2. Eraclide Pontico stesso, quantunque considerato dai più come filosofo platonico, non mancò di frequentare gli insegnamenti dei Pitagorici, siccome narra Diogene Laerzio 3; e da un altro scrittore antico è francamente designato come Pitagorico4

Che le opinioni pitagoriche intorno alla costruzione dell’universo avessero ai tempi d’Aristotele molti fautori anche fra quelli che non facevano speciale professione di filosofia pitagorica, è attestato da Aristotele medesimo De Cælo. II, 13. Esposta la dottrina del Fuoco centrale, aggiunge: «Anche molti altri potrebbero essere di questa opinione, che non si debba porre la Terra al centro... Essi pensano infatti, che nel centro, come luogo più degno, si debba collocare la cosa più degna... Onde concludendo pronunziano, che non la Terra ma il Fuoco stia nel centro». Sul quale passo riflette giustamente Boeckh5, doversi applicare non al passato, ma ad opinioni diffuse al tempo di Aristotele. I dogmi pitagorici avevan cessato di essere oggetto d’insegnamento in scuole speciali, ma sopravvivevano nell’opinione di molti, ed in parte trovavan favore nella stessa Accademia. Da queste riflessioni deriva la conclusione; che la prima idea degli epicicli e degli

  1. Zeller, Philosophie der Griechen, vol. I (5a ediz.), pp. 338-342; vol. VI (3a ediz.), pp. 70 e seguenti. Diodoro (XV, 70) afferma, che gli ultimi Pitagorici vissero al tempo di Alessandro Magno. Circa l’opinione contraria di Bergk, vedi qui sopra la nota 4 a pp. 146-147.
  2. Anzi lo Zeller, Phil. der Gr. vol. III (4a ediz.), p. 1000, sembra addirittura attribuire a Speusippo la dottrina del fuoco centrale. Veggansi anche le pp. 1003-1008 circa le grandi sue tendenze al pitagorismo.
  3. Nella vita di Eraclide Politico
  4. Deswert, Dissertatio de Heraclide Pontico, p. 11. Lo stesso a p. 41: «dubites, utrum Platonicus cum Strabone vocari possit. Etenim Platonis sententiam de iis certe quae ad naturae cognitionem pertinent, aggressus adeo est atque perstrinxit, Pythagoricamque potissimum doctrinam in ea philosophiae parte amplexum esse cum servata quaedam placita aperte declarant».
  5. Untersuchungen ueber das kosmiscke System des Platon, pagine 147-148.