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considerazioni | 193 |
.... vis torva Leonis, |
e a p. 25 dice del Cigno:
Hic se jam totum cæcas Equus abdit in umbras, |
nei quali luoghi rutilus non significa certamente color rosso. Pertanto è manifesto, che il passo qui sopra allegato non ha alcuna importanza per la questione che stiamo discutendo.
2. Germanico Cesare nella sua versione di Arato nulla accenna, descrivendo il Cane, del color rosso di questo, o di Sirio; ma pochi versi dopo, parlando della Lepre, dice (p. 80):
Auritum Leporem sequitar Canis, et fugit ille; |
Si presentano qui precisamente le stesse riflessioni che per il passo di Cicerone. Il Cane designato è l’intiera costellazione, non una stella speciale. Rutilus pertanto significa qui null’altro che splendido, brillante, e non si potrebbe tradurre per rosso.
3. Rufo Festo Avieno ha fatto in versi esametri una parafrasi latina del libro di Arato, che è quasi lunga il doppio dell’opera originale. I seguenti versi trattano del Cane e di Sirio (p. 151):
.... Sic flammigero distinguitor astro725 |
Qui il plurimus ardor del verso 726 e il gravis ardor del verso 732 sono riferiti al mento del Cane, cioè a Sirio senza
Schiaparelli - Astronomia II. | 13 |