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considerazioni 207

l’idea del poeta con sufficiente evidenza. Notiamo ancora l’espressione clarius astrum del verso 417. Clarus applicato alla luce d’un astro significa in generale splendido; in modo più speciale, splendido di luce bianca. Un altro esempio abbiamo in Seneca tragico (Hippolytus, v. 797): Lucebit Pario marmore clarius. Un esempio notabile di questo abbiamo in Plinio (Hist. Nat. II, 18), il quale parlando del color dei pianeti dice: Suus cuique color est, Saturno candidus, Jovi clarus, Marti igneus... Se Sirio fosse stato rosso al tempo di Manilio1, avremmo dovuto veder qui impiegato con maggiore verità ed opportunità qualcuno degli epiteti rubens, rutilus... che sopra vedemmo tanto usati ed abusati da altri poeti.

4, Efestione Tebano, astrologo egizio, scrisse verso la fine del secolo IV di Cristo un trattato in tre libri intorno alla sua arte intitolato περὶ καταρχῶν, del quale soltanto diversi estratti sono fino ad oggi pubblicati. Fra questi è l’intiero libro primo recentemente edito a Vienna dal dott. Eugelbrecht2. Il capitolo XXIII di questo libro tratta dei pronostici derivati dall’aspetto di Sirio nel suo levare eliaco e dalla posizione che gli altri pianeti occupano nel momento di questo levare3. Racconta Εfestione, che gli antichi sapienti o diremo astrologi dell’Egitto (παλαιγενεῖς σοφοί), notando lo splendore ed il colore che mostrava Sirio nel suo sorgere eliaco la mattina del giorno 25 di Epiphi, giudicavano della quantità dell’imminente innondazione del Nilo, dell’abbondanza della messe, o di altri eventi. Lasciando stare questi pronostici come cosa che non appartiene alla presente materia, mi limiterò a trascrivere le designazioni dei vari aspetti secondo lo splendore e secondo il colore. Stando ad Efestione e ai suoi sapienti poteva dunque

  1. Circa l’età di Manilio non si accordano intieramente gli scrittori di storia letteraria, i più dei quali lo fanno contemporaneo d’Augusto, mentre alcun altro lo ha voluto portar giù fino ai tempi di Onorio. I versi 798-802 del primo libro sembrano indicare che Augusto fosse morto da poco tempo quando Manilio li scrisse, e ci riportano quindi all’epoca di Tiberio.
  2. Hephæstion von Thebeu und sein astrologisches Compendium: ein Beitrag zur Geschichte des Griechischen Astrologie von dott. Aug. Engelbrecht. Vi si contiene come appendice Hephæstionis Thebani περὶ καταρχῶν Liber primus e codicibus parisinis nune primum editas. Il tutto stampato a Vienna dall’editore Carlo Konegen, 1887, 8° gr.
  3. Già Eraclide Pontico ricavava pronostici dal colore di Sirio al suo levare eliaco in ciascun anno. (Vedi Dewert, Dissertatio de Heraclide Pontico).