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208 | rubra cunicula |
Sirio, nel momento del suo levare eliaco esser secondo le circostanze:
μέγας καὶ λευκός, | grande e bianco; |
χρυσοειδής, | aureo; |
πυρρὸς καὶ μιλτώδης, | rosso; |
μικρὸς καὶ χλωρός, | piccolo e pallido; |
μέγας καὶ λαμπρός, | grande e splendido; |
μέλας | fosco; |
μικρὸς καὶ στυγνός, | piccolo e fosco; |
σκοτεινός, | oscuro; |
delle quali designazioni le quattro prime contengono indicazioni concernenti il colore della stella, che poteva, nei diversi tempi, mostrarsi all’orizzonte orientale bianca, aurea, rossa o pallida. Per giudicare del significato di queste indicazioni è necessario ricordare, che tali variazioni di luce e di colore hanno la loro origine nel diverso stato dell’atmosfera, la quale può col suo potere d’assorbimento cambiare lo splendore ed il colore di tutti gli astri vicini all’orizzonte, siccome è noto1. Il risultato di tale assorbimento è essenzialmente quello di sopprimere i raggi dell’estremità azzurra dello spettro in proporzione maggiore che i raggi dell’estremità rossa. Quindi gli astri di luce bianca ricevono una colorazione rossa più o meno intensa e un affievolimento più o meno grande di splendore, secondo che l’assorbimento si la in maggiore o minore misura; il loro colore potrà variare dal bianco proprio dell’astro al rosso vivo. Una tale modificazione di colore sarà impossibile od almeno non così spiccata per gli astri naturalmente già dotati di luce rossa molto pronunciata. Per questi l’effetto principale sarà l’affievolimento di splendore; la colorazione rossa potrà esser resa ancora alquanto più intensa, ma non passare alle tinte della parte opposta dello spettro, nè produrre luce bianca: insomma il colore delle stelle non potrà in questo caso esser sensibilmente cambiato.
Applicando questi criteri alle osservazioni riferite da Efe-