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332 a proposito di una storia


Il dott. Dreyer, Direttore dell’Osservatorio astronomico di Armagh (Irlanda) ha intrapreso di trattare questo seducente argomento, e ci da in questo suo volume1 la storia dei sistemi planetari da Talete fino a Keplero; cosa che forse prima di lui non era stata tentata da alcuno2. Il suo scopo principale è stato di rettificare molte leggende fantastiche ed erronee correnti ancora oggi sull’argomento, non solo in opere generali di storia scientifica, ma anche in libri aventi per oggetto speciale l’astronomia.

Dopo aver rapidamente indicato quel poco che si sa o si congettura intorno alle idee cosmografiche dei Babilonesi, degli Egiziani, degli Ebrei e dei Greci dell’età omerica, egli passa in rassegna le opinioni professate intorno alla struttura dell’universo dai più antichi filosofi greci. In queste opinioni all’interpretazione mitica già si trova surrogata una interpretazione fisica e meccanica; ed in alcuna di esse poi si manifesta chiaramente la tendenza a ridurre e coordinare i fenomeni più salienti del mondo fisico ad un unico principio. Tali sono le curiose costruzioni di Anassimandro, le quali (per quanto si può intendere dalle imperfette notizie che ne abbiamo) sembrano concepite nell’intento di ridurre il moto diurno e il moto annuo del Sole ad un unico meccanismo, e ad un altro meccanismo il moto diurno ed il moto mensile della Luna. Sembra che Anassimandro avesse qualche idea della convessità della Terra, ed è certo che fu il primo a considerarla come

  1. History of the Planetary Systems from Thales to Kepler by J. L. E. Dreyer. Cambridge: University Press, 1906, XII-432 pagine in 8° con figure.
  2. Ad onor del vero sia detto, che una parte della stessa materia era stata trattata da Apelt, professore di filosofia e di matematica in Jena, nel suo bel libro Die Reformation der Sternkunde, pubblicato nel 1852. Le epoche dell’antichità classica erano pure state investigate da H. Martin in numerose memorie speciali. A queste medesime epoche si riferiscono i profondi lavori di L. Ideler, A. Hoeckh, P. Tannery, F. Hultsch e di altri, delle cui investigazioni il Dreyer ha naturalmente esposto e discusse i risultati colla maggior cura. Per l’epoca moderna dopo Copernico, egli ha profittato dei recenti lavori su Copernico, su Ticone, su Keplero, su Galileo. La storia della gran scoperta di Newton, e dei perfezionamenti posteriormente introdotti nella nostra cognizione del sistema solare è materia troppo diversa dall’altra e da trattarsi con altro metodo e con altro stile: perciò opportunamente l’autore non ha condotto la sua narrazione oltre ai tempi di Keplero e di Galileo.