Pagina:Schiaparelli - Scritti sulla storia della astronomia antica, II, 1926.djvu/42

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di eudosso, di callippo e di aristotele 31

in cui dal punto più australe o più boreale1 ritorna al medesimo punto in modo da produrre di nuovo ombre identiche coi medesimi gnomoni, credono essere di 365⅛ giorni; e il Sole dopo otto anni di nuovo trovarsi avere la medesima latitudine alla medesima ora del giorno». Finalmente nel capo XXXVIII2, si trova quanto segue: «Il circolo del Sole sembra percorrere quasi la medesima via che l’eclittica; però con alquanta inclinazione, in modo da dipartirsi dall’eclittica di circa mezzo grado da ambe le parti».

Ecco dunque sulla nutazione dell’orbe solare un insieme di idee ben definite e di dati numerici, che certamente non deriva da Teone, nè da Adrasto, ma da qualche astronomo anteriore ad ambidue. Il polo dell’orbe solare mobile dista qui mezzo grado dal polo fisso dell’eclittica; e il primo si avvolge intorno al secondo, descrivendo un piccolo circolo di un grado

di diametro. La velocità di questo movimento poi è tale, che mentre il Sole impiega 365 ¼ giorni a descrivere tutta la longitudine di 360, per ritornare al medesimo punto della sua orbita mobile gli bastano 365 ⅛ giorni; dal che consegue, che il moto di quell’orbita è retrogrado, e che si compie in tanti anni, quante volte la differenza dei due periodi, cioè ⅛ di giorno, sta in 365 ¼ giorni; dunque in 2922 anni.

Le conseguenze geometriche di queste ipotesi sono agevoli a vedere. Sia (fig. 1), sulla sfera celeste, P il polo dell’equatore,

  1. Intendansi queste espressioni rispetto alla latitudine, e non rispetto alla declinazione.
  2. Theonis, Astr., ediz. Martin, p. 314.