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la dottrina degli anticorpi 307


Gli anticorpi sono certamente sostanze proteiche, e probabilmente sono le stesse proteine che costituiscono le cellule o i succhi organici, proteine che ricevono una impronta speciale per il trattamento che l’animale subisce.

Secondo il Müller, gli anticorpi appartengono al gruppo delle globuline, perchè se da un siero attivo si precipitano con il solfato di magnesio le globuline, esso resta quasi inefficace, mentre il precipitato di globulina contiene l’anticorpo in quantità.

Secondo Jacobi alcuni anticorpi (antiricina) resisterebbero anche alla digestione triptica e spesso non divengono inattivi per il riscaldamento a 60°-70°.

Si chiamano con termine generale antigeni le sostanze su cui gli anticorpi agiscono, e che sono quelle stesse le quali, iniettate nell’animale da cui si ricava il siero, provocano in esse la comparsa degli anticorpi. Così la tossina difterica è l’antigene dell’anticorpo antitossina difterica.

La relazione che sussiste tra antigene e anticorpo è in genere quella della più stretta specificità, cioè un anticorpo è capace di neutralizzare o di modificare solo l’antigene che, attraverso il corpo di un animale, lo ha prodotto; così l’antitossina tetanica agisce solo contro la tetanotossina e non contro altri veleni; il siero emolitico, prodotto mediante i corpuscoli rossi di un animale, è capace di disciogliere soltanto i corpuscoli rossi dello stesso animale e non quelli di un altro.

Queste proprietà che gli organismi viventi posseggono, di elaborare sostanze specifiche, sotto l’azione di stimoli chimici che nulla hanno che vedere con il metatolismo normale, è veramente una cosa meravigliosa, e tanto più sorprendente se si pensa che questa proprietà è legata in gran parte ai meccanismi di difesa contro certi avvelenamenti e contro le infezioni.

I sieri specifici che finora sono stati preparati sono i seguenti:

1.° Sieri antitossici e di questi or ora tratterò più diffusamente.
2.° Sieri antifermentativi, dei quali l’antigene è un enzima. Essi valgono a impedire l’azione fermentativa di questo. Così si è ottenuta l’antiemulsina, che inibisce l’azione della emulsina, l’antipresame che impedisce la coagulazione del latte, l’antitripsina etc.