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la dottrina degli anticorpi 313

alcun dubbio. Ma sorge adesso la questione di quale natura sia l’azione della antitossina sulla tossina.

L’ipotesi più semplice e che prima di tutto fu formulata, è stata quella di ammettere che la tossina sia capace di distruggere la tossina, esercitando su di essa come un’azione fermentativa, ma questa ipotesi fu ben presto abbandonata, dopo che si dimostrò che è possibile, in una miscela innocua di tossina e antitossina, far ricomparire le proprietà tossiche, distruggendo le antitossine con un adatto riscaldamento (Roux e Calmette, Wasserman). Quindi la tossina non viene annientata dalla antitossina, ma semplicemente neutralizzata.

Di qual natura è questa neutralizzazione? L’Ehrlich, come corollario della sua teoria delle catene laterali, considera la neutralizzazione della tossina per opera della antitossina come una combinazione chimica in proporzioni definite. La catena laterale distaccata contiene un ricettore specifico a cui si adatta il gruppo aptoforo della tossina. La conseguenza di questa teoria è che debbano sussistere quantità equivalenti di tossina e di antitossina, le quali, una volta mescolate fra loro sempre ed esattamente si saturino.

Ma ricerche quantitative molto accurate hanno mostrato che non sussistono relazioni così semplici fra tossine ed antitossine e hanno fatto sorgere l’idea che, nella azione degli anticorpi, si verifichino le leggi dell’influenza delle masse e dell’equilibrio chimico. Su questo senso infatti furon pubblicati interessanti lavori da Arrhenius e Madsen, da Michaelis, da Eisemberg, da Bordet e da molti altri.

Secondo questa ipotesi il processo della neutralizzazione della tossina per opera della antitossina, dovrebbe essere espressa dall’equazione

in cui T rappresenta la quantità di tossina libera, A la quantità di antitossina pure libera e (TA) la combinazione (non più tossica) della antitossina con la tossina. Quindi, nello stesso liquido, si dovrebbero trovare sempre quantità di tossina e di antitossina libere (il che infatti è stato dimostrato sperimentalmente), queste quantità dovrebbero essere legate tra loro da una determinata relazione, e l’equilibrio, una volta raggiunto, dovrebbe poter essere spostato a volontà e di nuovo ristabi-