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Pasteur e, dopo una attenta disamina del già abbondante materiale di fatti, essa gli apparve in un lampo nella presenza in tutti i composti otticamente attivi di un atomo di carbonio asimmetrico. Se si ricerca la origine delle differenze fra le idee di van ’t Hoff e di Le Bel e della minor completezza di queste ultime, non si tarda a riconoscerla nel fatto che le dottrine della valenza e della struttura non avevano ancora trovato in Francia l’accoglienza e la diffusione che meritavano.

Le speculazioni di van ’t Hoff e di Le Bel furono da principio accolte dal silenzio e dalla indifferenza generale. Il giovane olandese già nel 1875, mentre si trovava ancora alle prese colle difficoltà materiali per la ricerca di un’occupazione, pubblicò una traduzione francese della sua prima memoria, col titolo: La chimie dans l’espace.

La prima prova del fuoco fu sostenuta dalla nuova teoria in una seduta della Società chimica di Parigi nel 1875 in cui van ’t Hoff aveva fatto esporre in sunto le sue idee. Marcellino Berthelot, giovane ancora ma già autorevole per lavori eminenti in vari campi della chimica, sorse all’attacco. Egli dichiarò che, senza voler negare a priori alle formule nello spazio proposte da van ’t Hoff e da Le Bel qualche vantaggio di fronte alle solite formole di struttura nel piano, non si poteva attendere alcun risultato dalle nuove speculazioni, se prima non si imparavano a conoscere le vibrazioni degli atomi nell’interno della molecola. Egli mosse più tardi altre obbiezioni di indole più positiva, riferentesi per esempio alla esistenza di sostanze otticamente attive senza atomi di carbonio asimmetrico. A queste risposero van ’t Hoff, Le Bel ed altri sperimentatori, dimostrando che queste pretese contraddizioni derivavano semplicemente da errori di osservazione.

Frattanto un passo importante si era compiuto per la divulgazione delle nuove teorie. Un noto chimico organico tedesco, Wislicenus, professore a Würzburg, che alcuni anni prima aveva riconosciuto la insufficienza delle formole di struttura per spiegare certi casi di isomeria, venuto a conoscenza della memoria fondamentale di van ’t Hoff, ne fu colpito, ne comprese tutta l’importanza, ne fece fare dal suo assistente Herrmann una traduzione tedesca, che munita di una sua prefazione, fu pubblicata nel 1877 col titolo: Die Lagerung der Atome in Raume. Questa pubblicazione che diede la più