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98 ottica fotografica

cede quando l’apertura angolare della lente non oltrepassa IO a 13 gradi. Con una apertura angolare più grande i raggi che attraversano la lente presso i suoi margini sono rifralti in modo, che vanno a tagliare l’asse al di qua, ossia più vicino alla lente che il foco dei raggi centrali. Dal che risulta che il foco di tutti i raggi luminosi emanati da uno stesso punto di un oggetto, non è un punto unico, e da ciò nasce la confusione nelle immagini che si ottengono colle lenti. La qual confusione deriva dalle caustiche, o superficie brillanti, che si formano presso l’immagine, dovute, come qui abbiamo detto, dalia più o meno lontana intersezione dei raggi rifralti dalla lente.

È affare del costruttore delle lenti il rendere un tale difetto il minore possibile. Una lente così costrutta da produrre un’aberrazione sferica relativamente piccola distinguesi col nome di aplanatica.

Gli oggettivi dei fotografi, che diconsi a foco profondo, e che alcuni credono possano produrre immagini nitide di oggetti vicini, e di oggetti lontani nel tempo stesso, sono tali solo perchè in essi non venne corretta in grado sufficiente l’aberrazione sferica. Infatti il foco di una lente, supposta priva di aberrazione, quando essa è rivolta verso un punto lucido a grande distanza, p. e., una stella, i cui raggi cadono paralleli salta lente, non è che un punto lucido posto in un piano perpendicolare all’asse della lente; ma se il piano si avanza, o si fa retrocedere, il punto lucido si stende in un disco indistinto di luce; ciò, che è vero per un punto, è vero per una riunione di qualunque numero di punti luminosi, che fuori del foco si confondono gli uni cogli altri in altrettanti circoli, per cui l’immagine dapprima si confonde, e poi sparisce affatto, se maggiormente si allontana dal foco. La nitidezza dell’immagine non si può dunque ottenere che in un punto solo, cioè al foco della lente, e la confusione che si trova fuori del foco, supposta la lente assolutamente priva di aberrazione sferica, è proporzionale alla distanza dell’immagine dal foco, ed all’apertura della lente, per cui essendo F la lunghezza focale, d la distanza dal punto F, ed A l’apertura della lente, la confusione si troverà F A

colla proporzione -j = Da questo nasce, che con un dia