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230 chimica fotografica

nitrico dilungato, alla soluzione ài aggiunge del cloruro di sodio, oppure dell’acido cloroidrico per precipitare l’argento allo stato di cloruro, si raccoglie, si lava, si fa seccare il precipitato, e si mescola gradatamente con due volle il suo peso di carbonato di potassa fuso in un crogiuolo al calor rosso. L’argento metal’ lico si separa e forma un bolzone in fondo del crogiuolo.

L’argento è capace di ricevere un alto grado di brunitura; è molto duttile e malleabile, non si ossida all’aria, ma annerisce nell’aria e nell’acqua quando vi si trovano traccie di solfuro d’idrogeno. L’equivalente dell’argento è 108. Col mercurio forma un amalgama che è alcune volle usato per inargentare il rame a caldo.

Le lamine di rame ed argento del dagherrolipista si fabbricano direttamente col laminare una verga rettangolare di rame rico|ierla sopra l’una delle sue facce con un foglio di argento, il quale col suo spessore maggiore o minore forma il titolo della lamina. Le operazioni occorrenti in questa fabbricazione si riducono a selle, cioft:

t" Ripulire la superficie di rame da inargentare, toccarla con soluzione di nitrato d’argento che depone sul rame un sottile strato di argento, stropicciare per rendere brillante ed aderente lo strato argenteo, e finalmente applicare il foglio d’argento sul rame così predisposto, disseminando della creta in polvere sopra la superficie superiore dell’argento;

2» Mettere il tutto entro fodera di rame, portare in forno riscaldato con carbone di legno ( il carbon fossile, o la torba, producendo uno svolgimento di gas sulfurei, non si potrebbero adoperare ). Quando si è arrivato al calor rosso nascente, si comprime il tutto sotto di un cilindro di ferro fuso, al qual calore e pressione i due metalli incominciano saldarsi insieme. Si riscalda nuovamente, e nuovamente si comprime con un paio di laminatoi che terminano la saldatura dei due metalli;

3» Trattare questa saldatura con acido solforico dilungato per sciogliere l’ossido formatosi; dopo si lava con acqua, e si fa seccare;

4 u Laminare ora tra due cilindri di ferro fuso. Con quest’operazione il rame e l’argento si stendono, si assottigliano;

5» Quando la lamina sembrasse diventata troppo aspra,