Pagina:Sella - Plico del fotografo.djvu/37

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introduzione. 15

minciava per fare una soluzione alcoolica di ioduro di potassio e di ioduro di argento, quindi l’introduceva nel collodio. Questo era, così, reso fotogenico, e per dargli la sensibilità bastava trattarlo col nitrato di argento nel modo consueto. Quando poi il collodio era stato impressionato dall’immagine della camera oscura, Archer ne rendeva visibile l’impressione luminosa trattandolo con acido pirogallico, e la rendeva permanente col mezzo dell’iposolfito di soda.

C. Procedimento col collodio secco. — In breve tempo il procedimento col collodio si divulgò nell’Europa e nell’America, e si praticò da tutti i fotografi. Ma nel collodio si desiderava ancora una qualità essenziale, quella per cui esso potesse conservare lungo tempo, dopo della sua sensibilizzazione, la facoltà di venire facilmente impressionato dalla luce, perchè senza di ciò il suo pratico impiego nel prendere le vedute non era possibile. Molti metodi vennero proposti e praticati, coi quali si viene a conservare al collodio sensibilizzato la sua sensibilità. Tra questi metodi ha un interesse storico quello di Crookes e Spiller, che consiste nel conservare al collodio sensibile un certo grado di umidità col mezzo di un sale deliquescente, e quello di Shadboldt, in cui si fa uso del miele. I metodi alla destrina, al seme di lino, alla gelatina, alla meta-gelatina, all’ossi-miele, al tannino, e via dicendo, che hanno per effetto di difendere il collodio sensibilizzato dal contatto dell’aria, quando una soluzione di queste sostanze viene versata sullo strato sensibile, sono assai efficaci e convenienti al loro scopo.

Fra tutti i metodi che si proposero per conservare la sensibilità al collodio secco, uno fra i migliori è il metodo detto del collodio albuminato che venne pubblicato sino dal 1855 dal professore di fisica Taupenot. Questo metodo ha, si può dire, tutti i vantaggi del procedimento all’albumina, senza avere alcuno dei suoi inconvenienti. Cioè il collodio albuminato è solido sul vetro come l’albumina, ed