Pagina:Sella - Plico del fotografo.djvu/38

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16 introduzione.

esso si può facilmente ottenere in strato regolarissimo sopra il vetro, e questo strato, mentre è capace di ricevere una immagine, in cui tutti i più piccoli dettagli siano resi con la massima purezza, è atto a conservarsi per molti mesi perfettamente sensibile, e la sensibilità sua è così grande, che supera di molto quella dell’albumina.

Questo metodo del collodio albuminato è spesso distinto col nome di metodo Taupenot, e consiste: 1° nel ricoprire col mezzo dell’albumina, cui si aggiunse dell’ioduro di potassio, il collodio steso sopra una lastra di vetro, sensibilizzato nel modo ordinario, e lavato nell’acqua; 2° nel far seccare, e poscia sensibilizzare di nuovo con aceto-nitrato d’argento, ed operare quindi come presso il procedimento coll’albumina.


Prove positive.

I fotografi, come si videro in possesso di procedimenti così perfetti, ed in cui più nulla si trovava a desiderare, rivolsero la loro attenzione a quella parte dell’arte fotografica che non aveva ancora raggiunto un così alto grado di perfezione, cioè al modo di tirare le prove positive, in alcune delle quali si era riconosciuta una certa mancanza di solidità contro l’azione del tempo.

Le prove positive si ottengono generalmente col metodo di Talbot, mettendo le prove negative al dissopra di un foglio di carta coperto essenzialmente di uno strato di cloruro d’argento, esponendo al sole sino a che si sia prodotta l’immagine, e quindi fissando questa immagine con una soluzione di iposolfito di soda, che scioglie, toglie dalla carta, il sale di argento che non venne alterato dalla luce.

Per arrivare a rendere le prove positive più solide contro la distruttiva azione del tempo si cercò di scoprire la vera causa, per cui essa tende ad alterarsi spontaneamente