Pagina:Sella - Plico del fotografo.djvu/444

Da Wikisource.
422 procedimenti - parte prima.

Si fa bollire il miscuglio sino a che il riso incomincia a rompersi, e screpolarsi. Si passa Ira tela fina il liquido, e gli si aggiunge

40 grammi di zuccaro di latte 20 » » ioduro di potassio.

Terminala la soluzione si passa per tela, e si conserva al bisogno.

Col tempo invade la superfìcie del liquido una muffa derivante da un principio di fermentazione sviluppatosi nel liquore; si filtra, e non si ha altro inconveniente. Coll’uso la soluzione non perde le sue qualità, anzi diventa migliore, epperciò essa serve sino al suo esaurimento.

Per iodurare la carta metti un’ abbondante quantità di questa soluzione in un bacino a orli ben rilevali, introduci in essa ad uno ad uno alcuni fogli di carta incerata, scacciando con cura le bolle d’aria che cercano frammettersi, e lascia riposare per circa un’ora, od anche di più, che sarà ancor meglio.

Dopo solleva foglio per foglio dal baguo, ed appendi per un angolo ad un ago curvato in forma di S su di un filo leso orizzontalmente per aria. Una lista di caria bibula applicata all’angolo inferiore del foglio faciliterà la partenza delle goccie.

Seccando, la carta acquista una debole tinta violacea utile per giudicare in seguito del tempo necessario alia perfetta sensibilizzazione della carta stessa, come diremo or ora.

Alla soluzione preparata di fresco è bene aggiungere da 20 a 25 centigrammi di iodio, onde ottenere con maggior sicurezza il coloramento della carta.

Si potrebbe far senza di incerare la carta, ma allora, per rendere la superficie della carta più liscia, di una grana più fina, si accrescerà la quantità prescritta di colla di pesce sino ad averla nella proporzione di 2 parli sopra 100 parti di soluzione, si sopprimerà il riso, e si effettuerà il iodnramenlo ad una temperatura tiepida per mantenere liquida la gelatina durante l’operazione.

Il signor Davanne prescrive una nuova lisciatura a caldo per la carta iodurata, onde questa possa perdere l’effetto granulato nocivo alla nitidezza dell’immagine che si vuol produrre.