Pagina:Sella - Plico del fotografo.djvu/448

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426 procedimenti - parte prima.

bianchi anneriscono sino a che il contrasto tra i lami e le ombre diviene appena sensibile. Un tale effetto può anche prodursi indipendentemente dalla luce. Sinora non si è trovato un metodo migliore per fissare queste prove.

2’ Modo di correggere le imperfexioni della carta. — Quando si ha ragione di temere che la carta che si destina alle operazioni fotogeniche sia stata mal fabbricata, il metodo da seguirsi per renderla migliore è presso a poco quello che venne proposto dal signor Stefano Geoffray (a). Si immerge la carta per un’ora in un miscuglio fatto con

10 parli di acido citrico 1 00 » acqua;

si estrae la carta, si lava nell’acqua, e si porta in un liquido fatto con

5 parli di ammoniaca liquida 1 00 » acqua.

Dopo lo spazio di una mezz’ora si lava nell’acqua, e si fa seccare al riparo dalla polvere. La carta così preparata sarà alla a ricevere l’immagine fotografica senza macchiarsi, ma avrà perduto una gran parte della sua lisciatura, sarà diventala porosa, ruvida, epperciò ora si tratta con albumina, con gelatina, gomma arabica e zuccaro, con amido, o con altra sostanza capace di riempire i pori tra le fibre della carta.

3’ Carta alla gelatina. — Si fa fondere a bagno maria 2 grammi di colla di pesce in 100 grammi di acqua, cui si aggiunge 1 grammo di ioduro di potassio. Si immerge la carta per 10 minuti in questa soluzione, e poi si fa seccare; quando si vuole far uso di questa carta, non si ha più che a sensibilizzarla per le operazioni susseguenti.

È con un metodo somigliante che il signor Baldus ed altri operatori ottengono prove di grande dimensione, di molta bellezza.

(o) Traiti pratique pour Cemplol des papiers du commerce en Photographle par Ètienne Geoffray. Paria, 1855.