Pagina:Sella - Plico del fotografo.djvu/467

Da Wikisource.

prove positive. 445

sulla carta sotto l’influenza della luce. L’altra metà della tavoletta mantiene il lutto nella stessa posizione, di modo che si può visitare quante volte si desidera il disegno, senza che, aprendo e chiudendo una metà della tavoletta, succeda alcun sensibile spiazzamento della carta durante l’esposizione.

Nell’inspezionare l’andamento della formazione della positiva si deve naturalmente fare in modo clic i raggi del sole non vengano a dardeggiare sopra la carta, imperocchè la luce diffusa è già capace di colorire uniformemente la parte del foglio che si scopre, se l’operatore larda di troppo a chiudere di nuovo la macchina.

La prova positiva, che si giudica venuta abbastanza intensa, si toglie dalla pressa, ed avendo cura di non toccarla colle dila che nei suoi margini, si porla, senza aspettare l’indomani, nei bagni fissatori. Non conviene ritardare il iìssamenlo delle prove impressionale, perchè i bianchi di esse sono generalmente tanto più distinti, tanto più puri, quanto più breve fu il tempo tra la sensibilizzazione della carta e la fissazione dell’immagine sopra di essa ottenuta. Il signor De La Blanchère (o) propone di immergere la carta positiva impressionala in una soluzione di cloruro di sodio al 3 per 100 per convertire tutto il nitrato di argento della carta in cloruro d’argento prima di procedere alle operazioni di colorare e fissare.

Osservazioni.

I" L’umidità della carta ed il nitrato d’argento possono far perdere la negativa. — Un’avvertenza che non si deve mai ommettcre nella fabbricazione delle prove positive, per non guastare la matrice, consiste nel fare attenzione a ciò che la carta sia perfettamente secca. L’umidità macchierebbe il disegno negativo. Infatti, siccome durante la solarizzazione il cloruro d’argento revivificandosi dà origine allo svolgimento di un gas acido, ne conseguila che quando la carta viene portala anco’r umida nella macchina a copiare, questo gas si scioglie nell’acqua conia) L ari du photoyraphe, parli. De La Blanchère, deuiième èdilioo, Paris.