Pagina:Seneca - Lettere, 1802.djvu/38

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diniamoci e prepariamoci di dentro; e se questa parte è sicura, può ben esser battuto l’uomo, ma non già preso. Tu desideri di saper che instrumento sia questo da fortificarsi? Non si sdegni l’uomo per cosa che gli avvenga; e tenga per fermo che quelle cose, dalle quali par ch’egli sia offeso, sono quelle che appertengono alla conservazione dell’universo, e del numero di quelle, che consumano questo corso, e questo officio del mondo. Piaccia all’uomo quel ch’è piaciuto a Dio, e faccia conto di se e delle cose sue non per altro, se non perchè non può esser vinto, perchè signoreggia e tien sotto di se i mali, e perchè soggioga il caso, il dolore, e l’ingiuria con la ragione, della quale non vi è cosa più valorosa. Ama la ragione; perciocchè l’amor di questa t’armerà contra ogni durissima cosa. L’amor de’ propj figliuolini spinge a dar nell’armi le fere, che sono per la fierezza, e per l’inconsiderato impeto indomite. Il desiderio della gloria accende i giovenili ingegni talvolta a disprezzar, per acquistarla, anco così il ferro, come il foco. Una sola immagine, et un’ombra sola di virtù conduce alcuni ad uccidersi volontariamente. Or quanto è più potente, quanto è più forte, quanto è più costante di tutte queste cose la ragione, tanto più animosamente passando per mezzo i timori e i pericoli, n’uscirà fuori. Voi non fate niente, un ne potrà dire, negando che non vi sia altro bene, che l’onesto. Questa fortificazione non vi renderà liberi dalla Fortuna. Perchè dicendo voi che tra le cose buone è l’aver pietosi