Pagina:Senofonte.djvu/305

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che nello spiccarsi del cavallo egli si pieghi innanzi; perche a questo modo il cavallo starà meglio a segno, e 'l cavaliere non piglierà scossa, e subito che fa parare al cavallo, si pieghi addietro che in questa guisa non sentirà conquassarsi. Nel saltare i fossi e nello spingerli di sotto in su non sarà fuor di proposito dargli di mano ne' crini; accioche il cavallo non senta ad un tempo il travaglio del luogo e della briglia. Ma nello spingersi di sopra in giù bisogna che il cavaliere pieghi addietro e col morso tenga su il cavallo; accioche ambidue non vadano a precipitarsi. Fa di mestiero oltre di ciò esercitarlo ora in un luogo, or in un'altro; e parimente quando assai, quando poco; perche a questo modo i cavalli sentono men fastidio assai che se ne andassero a esercitarsi sempre nel medesimo luogo, e col maneggio istesso. Ma essendo officio del cavaliere di far parare al cavallo, mentre corre a briglia sciolta, in ciascun luogo dove egli vuole; e similmente di potere adoperar ogni sorte d'arma, stando a cavallo; se egli trova che il paese in qualche luogo sia a proposito, e vi siano delle fiere in abbondanza; io non biasimo l'esercizio della caccia. Nondimeno dove non ci saranno queste comodità, anco quest'altra maniera di esercitarsi sarà buona, che due cavalieri d'accordo insieme si mettano a fuggire ed a darsi la caccia per luoghi diversi; di maniera che quello che fugge tenga la lancia voltata con la punta addietro; ma quello che segue lo incalzi co' dardi spuntati e con la lancia fabbricata a questa guisa; ed avvicinatoglisi quanto basta a poter dardeggiare, con un dardo lo percuota, e similmente giuntolo alla lunghezza d'una lancia il ferisca con la lancia. Nel combattere giova, tirando verso di se l'inimico, dargli incontinente una spinta, perche questo è il modo di gettarlo a terra. Ma ciò che si fa acconciamente, spingendo il cavallo colui che tenta di tirarci a terra, perche a questa guisa quello che da un'altro vie nprovato di scavalcare, più facilmente scavalcherà l'inimico che egli sia scavalcato da lui. Ora se venirà occasione che piantato con gl'inimici il campo in faccia l'un dell'altro si venga a scaramucciare, dandosi la caccia or questi, or quelli sin presso i ripari nemici, ritirandosi poi alle lor trincee sarà gran giovamento sapere, e metter bene a memoria che quando fuggono gl'inimici, ed alcuno de' compagni dia loro la caccia, il girare del cavallo ed a briglia sciolta correndo incalzare gli avversari innanzi a tutti acquista lode senza pericolo di sorte alcuna. Ma quando li averà giunti il cavallo obbedisca; conciosiache a questo modo si vegga per isperienza che ognuno fa grandissimi danni a'suoi nemici senza