Pagina:Senofonte L Economico tradotto da Girolamo Fiorenzi Tipografia Nobili 1825.djvu/40

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non venduti non sono per colui ricchezza, mentre a nulla gli sono utili: venduti poi sono ricchezza — A questo Socrate soggiunse, quando però sappia venderli: che se li venda per alcuna cosa di cui poi non sappia usarne, nemmeno venduti saranno ricchezza secondo il tuo discorso. — Mi pare che tu voglia dire, o Socrate, che nemmeno il denaro sia ricchezza, per chi non sappia usarne. — E tu ancora mi sembri consentire, che quello solamente da cui può l’uomo averne utile, faccia ricchezza: se adunque alcuno si serva del denaro a comperarsi, per esempio, una femmina, per la quale peggio venga a stare il suo corpo, peggio il suo animo, peggio la sua casa, come fia ad esso utile quel denaro? — In niun modo, purchè non vogliam dire che sia una ricchezza il possedere quell’erba che si chiama giusquíamo per cui quelli che ne mangiano divengono pazzi. — Anche il denaro pertanto, o Critobulo, se alcuno non sappia usarne, così da lungi sia rigettato, che non possa nemmeno avere nome di ricchezza. Gli amici poi, se alcuno sappia di essi giovarsi, che cosa diremo che sieno? — Ricchezza al certo, disse Critobulo, e molto maggiore che il posseder buoi, perchè sono dei buoi assai più utili. — E ben anche i nimici, secondo il tuo discorso, sono ricchezza, per chi può trarre utile dai nimici. — In vero che era così parmi. — Dee adun-