Pagina:Senofonte L Economico tradotto da Girolamo Fiorenzi Tipografia Nobili 1825.djvu/80

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negli uomini flnchè dura la loro vita. Si fatte cose, o Socrate, mi pare di rammentarmi di averle detto in sulle prime che mi feci con lei a ragionare.


CAPITOLO VIII.


E ti accorgesti tu, o Iscomaco, diss’io, che per tali ragionamenti si fosse ella resa più sollecita delle faccende domestiche? Sicuramente, rispose Iscomaco, e ben mi avvidi un giorno che assai le dolse, e tutta arrossì, perchè richiedendole io alcuna cosa di quelle già recate in casa, non potè darmela: e vedendola di ciò molto rammaricarsi le dissi: non ti sgomentare, o donna, se non puoi ora darmi quello che ti domando. Egli è ben vero, che questo chiaramente si è povertà l’aver bisogno di alcuna cosa che avere non si possa, ed è più rincrescevole questa mancanza quando ricercandosi ciò che fa d’uopo, non si può rinvenire, di quello che sia non ricercarlo alla prima, sapendosi già di non averlo. Ma di questo, nel vero, non ne hai tu la colpa, ma io; perchè non ti ho assegnato i luoghi disposti a potervi ordinatamente collocare ciascuna cosa in guisa che tu saper ti possa, e dove convenga riporla, e d’onde prenderla. E verameme, o donna, niente v’ha che così valga a dare a tutto tanto di facilità, e di