Pagina:Sentenza Tribunale di Milano - Caso Mills.djvu/106

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Mills allora aveva descritto la transazione attraverso la quale aveva fondato una compagnia quotata in Lussemburgo per acquisire l’insieme delle azioni in tre emittenti televisive italiane. Ciò si era reso necessario dopo che il Parlamento italiano aveva approvato una legge [notoriamente la legge Mammì] che impediva il possesso da parte di un solo individuo di più di tre reti televisive. Berlusconi, nella fondazione della società quotata in Lussemburgo, aveva ricevuto l’appoggio di un finanziere tedesco e quello di Mills. L’operazione si era rivelata molto costosa, ed era stata effettuata tramite Horizon Development Ltd.

Alle obiezioni che gli venivano poste, Mills rispondeva concordando sul fatto che “le azioni di Berlusconi a questo riguardo violassero lo spirito della legge italiana”, e contestualmente affermando che “alla lettera”, però, non la violavano in alcun modo. Proprio per questo motivo tali transazioni erano state comunque oggetto di “un notevole grado di cura”.

Mills aggiungeva anche che la struttura di All Iberian sarebbe stata smantellata, e che egli avrebbe rivenduto le società a Fininvest “a un tasso minimo di 1 sterlina semplicemente per dimostrare che nelle sue mani le compagnie non avevano nessun valore”.

Richiesto di fornire precisazioni in ordine al dividendo di circa 5 miliardi di lire italiane, Mills diceva che non vi era alcuna documentazione scritta, che egli sapeva solo quello che gli aveva riferito Vanoni: aveva “approssimativamente dedotto” che ci fossero stati profitti per circa 10 miliardi di lire italiane, aveva trasferito 10.175.000.000 di lire su un conto bancario a sua firma esclusiva, in una banca del Jersey, su cui si erano accumulati circa 304 milioni di lire di interessi. Questa era la somma che egli avrebbe riportato in Inghilterra e sottoposto a tassazione.

Nel verbale della riunione del 20 marzo 1996 poi si legge: “Mills ha detto che comprendeva come tali procedure potessero sembrare strane, tuttavia gli era stata data fiducia per essere titolare e mandare avanti queste compagnie su basi scritte molto ridotte ed egli era ansioso sulle potenziali implicazioni per lui a causa della sua azione di trasferimento di fondi dalla Horizon ad un conto con il suo solo nome sebbene sapesse di avere l’approvazione di Berlusconi in persona. A tale scopo, aveva avuto un incontro in aprile 1995 con Berlusconi per approvare con lui i dividendi proposti”.

Mills aveva poi anche riferito allo SCO della “tremenda discussione” avuta con i suoi ex partners dello studio Mackenzie Mills, che asserivano esser loro dovuta una parte dei profitti della vendita di CMM [e quindi una parte del c.d. dividendo Horizon].

Maxwell e Condie non desistevano: “Condie ha detto che riconsiderando il tutto sia lui che Maxwell erano rimasti stupiti, chiedendosi come mai tale struttura fosse necessaria in primo luogo, se tutti i fondi erano già sotto controllo all'interno dell'impero di Berlusconi. Era anche curioso di sapere perché era ora divenuto importante per Mills avere il riconoscimento delle ditte come aventi sede nel Regno Unito. Mills ha risposto che non era un segreto che ciò andasse largamente a