Pagina:Sentenza Tribunale di Milano - Caso Mills.djvu/342

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fin quando sarò in vita” e venissero invece vincolati a favore delle figlie Lavinia e Ludovica “in caso di mia morte”. Nella stessa lettera Attanasio stabiliva che i fondi venissero gestiti da Morgan Stanley (o qualora Mills non fosse soddisfatto di tale gestione, da “Salomon Brot” o “Merryl Linch”) e nominava Mills “tutore (PROTECTOR) delle mie figlie e dello stesso TRUST”, indicando in alternativa – in caso di futura rinuncia o indisponibilità di Mills – il fratello Giovanni Attanasio e tale Vincenzo Fevola (o in subordine Maurizio D’Argenio).

E’ dunque vero che il patrimonio di Attanasio costituisce lo “scatolone” – la “brocca”, per dirla con le parole del P.M. e del consulente della difesa Mills – dal quale sono state tratte le somme utilizzate per l’investimento nel Torrey Global Offshore Fund. Resta il fatto, però, che in questo scatolone Mills ha deliberatamente mescolato patrimoni altrui, molteplici ed enormi somme rimaste incerte nell’origine e nella destinazione; resta il fatto che la somma proveniente da Mees Pierson Bahamas e in parte depositata sul conto CIM n.700807 (e subito dopo sul conto Struie n.600478), in parte investita nel Perth Trust e nel Cave Trust, deriva solo per USD 7.500.000 da Attanasio, ma per USD 2.500.000 ha tutt’altra provenienza. E lo scatolone non può certo essere riempito recuperando l’importo, sostanzialmente analogo, di USD 2.450.000, proveniente dalla vendita della nave Ravello, perchè – come si è detto in molte occasioni – tale somma ha avuto una strada del tutto diversa, muovendosi da International Subsea Services a Meespierson (Bahamas) a Technical Marine Support Services presso Mid-Med Bank di Malta, rimanendo quindi costantemente nelle mani di Attanasio.

E’ dunque provato che, nello snodo della somma proveniente dalla vendita di Ocean Installer sul conto Mees Pierson, Mills ha realizzato una delle sue più raffinate, e criminali, attività di riciclaggio, “liberando” lo spazio di USD 2.500.000, per riempirlo a suo piacimento, senza lasciare traccia delle somme altrui venute appunto a occuparlo.

Con l’accortezza, tanto per inquinare ancor più le acque, di attribuire subito dopo, alla somma di USD 2.050.000 da tale scatolone prelevata, una targa del tutto aliena, “Turriff “ (= Marcucci), nel momento in cui la depositava sul conto CIM 700807 11, e un’altra targa ancora, “Nelson” (= Briatore), nel momento in cui la affidava all’amico Marrache, per poi riprendersela sul conto Struie n.600478 e qui distribuirla in molteplici, lucrosissimi investimenti.

Lo stesso consulente della difesa Mills, alle pagine 88 e seguenti della sua deposizione dibattimentale, non ha potuto fare a meno di riconoscere che “è chiaro che qui c’è un tentativo di confondere le carte”, ma ha ritenuto che “il patrimonio che si è tentato poi infruttuosamente di schermare era quello del dottor Attanasio”.

11 Anche il consulente della difesa Mills, all’udienza del 7 luglio 2008 (pagg.186-191), ha riconosciuto che i riferimenti “Turriff” e “Nelson” o erano errori, o servivano per “schermare”, pur ribadendo che, nel secondo caso, sia Marcucci che Briatore dovevano essere, sempre e soltanto, lo schermo di Attanasio.