Pagina:Sentenza Tribunale di Milano - Caso Mills.djvu/44

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comperare direttamente azioni, quest’ultimo gli aveva risposto che “siccome questa società non entra nel consolidato, è una società fuori Gruppo, possiamo comprare queste azioni senza raggrupparle con altre azioni in possesso della Fininvest” perché, aggiungeva Mills “ci sono credo in tutte le borse del mondo regole sulle concentrazioni” (pagg.25-27).

Successivamente All Iberian era divenuta “la tesoreria di un Gruppo di società offshore: la All Iberian riceveva soldi in prestito da una società che si chiama Principal Finance Limited, che era… questo è un po’ complicato perché era una sussidiaria credo anche indiretta della Silvio Berlusconi Finanziaria. Quindi Principal Finance Limited era diciamo la porta di entrata nel Gruppo Fininvest, del consolidato di Fininvest, e quella società erogava soldi alla All Iberian e la All Iberian a sua volta distribuiva questi soldi alle… faceva pagamenti per conto di varie altre società” (pag.26). All Iberian aveva un conto alla SBS (Société de banque swisse) di Lugano, sul quale agivano come procuratori due soggetti indicati dagli amministratori su richiesta di Vanoni, tali Ferrecchi e Cattaneo; un conto a Londra, su cui aveva la delega un soggetto di Edsaco, e un conto in Lussemburgo (pagg.27-29). Mills dichiarava di non aver mai avuto a che fare con la gestione concreta di All Iberian in Svizzera.

Quanto alla vicenda Telepiù, nel 1991 Mills aveva discusso con Vanoni, Messina, l’avvocato Acampora e l’avvocato Bonomo delle modalità volte ad evitare “l’effetto pesante della legge Mammì”, che stabiliva un tetto al possesso di reti televisive da parte di uno stesso soggetto (“era mirata a portare via tre reti televisive alla Fininvest”). Era stata così escogitata dagli avvocati di Fininvest, per evitare che si potesse sapere “chi erano i veri controllori”, l’ipotesi di creare in Lussemburgo una società quotata in borsa, che poteva detenere azioni senza essere colpita (secondo la legge Mammì infatti non doveva esser accertata l’effettiva proprietà di una società quotata in Borsa in un paese dell’Unione Europea); Mills non aveva discusso con gli avvocati la correttezza del progetto: “se i miei clienti dicono che la cosa va bene in Italia, va bene”.

Con una complicata costruzione hanno fatto creare una società quotata in borsa regolarmente in Lussemburgo che ha potuto detenere azioni che i proprietari hanno regolarmente trasmesso a questa struttura”; “la chiave era che ci sarebbe qualcuno a capo che non era del Gruppo Fininvest, che era il proprietario ultimo di questa struttura che creava la società in Lussemburgo, e mi sono messo d’accordo di essere quella persona io”. A capo di questa operazione si poneva la società Horizon, posseduta da Mills, che aveva costituito la società lussemburghese C.I.T. assieme ad altre società controllate dalla stessa Horizon; “gran parte della C.I.T. era azionista della Banca Internazionale del Lussemburgo, in cui Horizon metteva soldi”; “credo che tutti i soldi che sono andati a finire nella C.I.T. sono venuti dalla All Iberian alla Horizon e poi sparsi fra le varie società”; era Vanoni ad occuparsi dei flussi finanziari (pagg.29-34).