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all’erta, sentinella! 117


VII.


La notte era senza luna. Il sottile velo di nebbia autunnale che aveva coperto il cielo, durante il giorno, era diventato, nel crepuscolo della sera, uno strato scuro di nuvole. E la nerezza del cielo incombeva sulla nerezza del mare sulla oscurità profonda dell’isola di Nisida. Ma non si presagiva nè la bufera, nè la pioggia; anzi era grande la quiete dell’aria e delle cose, intorno: tanto che le sentinelle ferme sotto l’arco delle loro garitte interrogavano distrattamente quelle tenebre. Qualche sentinella in fondo alla garitta aveva accesa una lanternina, poichè tutti i fanali dell’isola erano spenti: ma la fiochissima luce era mascherata dal corpo del soldato, che si teneva fermo innanzi al suo casotto di legno o di ferro. Ombra profonda e profonda quiete. Solo, come sempre a ogni quarto d’ora la voce di richiamo cominciava da un capo dell’isola e si propagava, lentamente, precisamente sino all’altro capo, per ritornare indietro, intorno intorno, con la risposta.

All’erta, sentinella!

All’erta sto.

La voce della domanda era più viva, suonava