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130 sacrilegio


Eschilo che la fatalità ha pietrificata nel dolore.

Da quel giorno, l’uno fu necessario all’altro. A vicenda si imponevano il proprio egoismo e senza impietosirsi l’un per l’altro, si prestavano attenzione. Non chiedevano che di poter parlare, che di sfogare l’amarezza inesauribile della loro vita e la pazienza dell’ascoltatore era calcolo di colui che aspetta il suo turno. Forse Guido diceva di più e meglio: lui era più glaciale, più morto. Sceglieva le parole, lentamente, trovando quelle più efficaci,