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Pagina:Serao - Cristina, Roma, Voghera, 1908.djvu/44

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poesia, carriere indipendenti, dove trova fortuna e gloria ogni forte ingegno, insofferente di giogo; del resto, lui, Peppino Fiorillo, disprezzava altamente la provincia e la sua crassa ignoranza. Don Ciccio Cannavale, sbalordito, non trovò nulla da replicare, e Peppino Fiorillo concluse:

— O Cristina, o la morte.

Trovò anche mezzo di scriverle certe lunghe lettere piene di punti ammirativi, di citazioni poetiche, specialmente del Cavallotti, di cui aveva comperate le Anticaglie, nominando financo Victor Hugo, che Cristina non aveva mai letto. Gliele portava Carmela, la figlia della