Pagina:Serao - Dal vero.djvu/143

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mettiamo la tua inaccessibilità ai..... visitatori? Virtù questa che ogni autorità dovrebbe avere. Non dubito che sei anche un po’ filosofo, filosofo moderno: me lo indica la nebbia di cui spesso ami avvolgerti e il fumo superbo di cui t’incoroni. Quando poi entri nell’esercizio delle tue funzioni e cominci piacevolmente a gittar fuoco e fiamme, allora diventi proprio una persona rispettabile.

Ma ahimè! tutto decade, tutto passa, tutto si trasforma: le mode, la gioventù, i capelli, gli affetti ed anche i vulcani. Col pressoio della civiltà (carino, quel pressoio, neh? sovratutto nuovo), con la ginnastica del ministro De Sanctis e col realismo che ci piove da tutte le parti, non ci riconosciamo più. Tu stesso, fiero, selvaggio e solitario Vesuvio, pensi a civilizzarti e ci neghi la tua eruzione: rimangono inutili le pressioni, le notizie premature, le preghiere, gli inviti gentili, l’affluenza dei curiosi; la stessa luna si è decisa ad intervenire, e tu continui ed essere in isciopero! Perchè?

Capisco che sette anni fa, volendo compiere il tuo dovere, adoperasti troppo zelo e commettesti cose indegne di un gentiluomo. Mi ricordo quei giorni — che scompiglio, che baraonda, che confusione! Il mondo alla rovescia, uno scombussolamento generale: i professori di matematica impallidivano, gli alunni erano licenziati dalla scuola, le madri non sorvegliavano più le figliuole, le mogli si gittavano nelle braccia dei mariti, gli amici si abbracciavano cordialmente, i vetri tremavano e di notte ci si vedeva meglio che di giorno. Ma dopo vennero le critiche dei giornali, le imprecazioni de-