Pagina:Serao - Fior di passione.djvu/304

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304 commediola


tamente, con un risolino schietto, si voltò e disse:

— Sicuro.

Dopo, rimasti soli, nella sala grande, furono un po’ imbarazzati. Ma fu un lampo. Subito subito, da persone di spirito, compresero la graziosità della posizione.

— Sì, o signora, — esclamò Federigo, con accento drammatico, — turbiamo l’onesta coscienza di quest’uomo....

— Scandalizziamo addirittura. Noi ci amiamo, noi siamo due esseri colpevoli e felici, in procinto di fare una tragica colazione, mangiando la costoletta del disonore e bevendo il vino del tradimento...

— Signora, noi rotoliamo in un abisso...

— Senza fondo....

— Noi potremo essere sorpresi. O Lucia, io vi farò scudo del mio petto, tanto più che non avrei altri scudi....

— Perchè non ho io un velo, un lungo velo nero? Che vi pare, signor Federigo, io dovrei tremare ed impallidire?