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162 La veste di crespo


vita: ed egli si era rassegnato, tanto più che l’inclinazione non era ancora vivace, tanto più che egli adorava la sua carriera. Luisa Cima si era anche maritata, in un minuto di frenesia, con qualcuno che le pareva un uomo d’immenso talento nella politica, poichè ella, allora, non fremeva e non vibrava che per la politica. Aveva egli sofferto, colui che viaggiava nei mari lontani, quando lesse, in qualche giornale, la novella di quel matrimonio? Chi sa! Egli aveva chiesto ed ottenuto dei lunghi imbarchi, mentre, dopo tre o quattr’anni, il qualunque uomo politico di Luisa Cima moriva a Roma, in tre giorni, colpito e atterrato da una di quelle febbri mortali; e Luisa Cima che era stata una moglie stravagantissima ma fedele, era una vedova dedita a una quantità di originalità consecutive, ma senz’amanti. Lentamente, ad ogni ritorno, le relazioni fra Paolo Collemagno e Luisa Cima si erano riannodate, e solo adesso, non più giovanissimi entrambi, egli le aveva parlato di amore con vivacità, con ardore. Anche essa lo amava; sorrideva,