Pagina:Serao - Gli amanti.djvu/69

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Massimo Dias 59


sapeva e non voleva altro che me, che la mia presenza, che la mia persona, come se io dovessi sfuggirgli l’indomani, come se avesse bisogno del continuo possesso, per esser certo dell’amore, con tale un’ardente sete di me che mi sgomentava: talvolta, preso da un eccesso così strano di sentimentalismo, come se l’anima sua fosse partita per i paesi dove solamente di pensiero e di sentimento si vive, come se tutte le cose di questo basso mondo gli fossero perfettamente estranee: talvolta, nei peggiori momenti, assalito dal demone del sarcasmo, per cui il mio cuore era trafitto ed egli aveva l’aria, il mio amante, di godere delle mie trafitture, e non ristava neppure quando vedeva i miei occhi pieni di lacrime, e aveva come la voluttà feroce dei miei e dei suoi tormenti. Frivolo e profondo, geloso e indifferente, scherzoso e tetro, appassionato e sprezzante, il mio amante non era un sol uomo, ma dieci uomini presi insieme, e tutti nuovi, tutti attraenti, tutti affascinanti: e a ogni nuovo colloquio io mi domandava, irrequieta, diffidente, an-